venerdì 12 novembre 2010

Un’importante area naturale minacciata dallo sviluppo di una strada.

La tutela dell’orso bruno marsicano passa sul confine tra Abruzzo e Lazio.

Si chiama Fosso Fioio ed è posto al confine tra Abruzzo e Lazio lungo i crinali e avvallamenti che separano i Comuni di Pereto e Camerata Nuova.
Fosso Fioio è una di quelle aree strategiche ad elevata naturalità e bassa antropizzazione che vengono utilizzate dalla fauna, ed in particolare dall’orso bruno marsicano (sottospecie in forte pericolo di estinzione), per il collegamento tra Aree Protette lungo l’Appennino.
Questi corridoi ecologici, in cui è stata accertata la presenza saltuaria dell’orso marsicano alla ricerca di ulteriori aree idonee esterne all’areale di presenza stabile, dovrebbero essere interessati da almeno una delle diverse azioni finalizzate alla tutela di questa specie in Italia dal progetto europeo LIFE sulla “conservazione dell’orso bruno sulle Alpi e Appennini” e che vedono il Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise capofila del progetto.

Fosso Fioio ricade principalmente nel Parco Regionale dei Monti Simbruini (Lazio) ed in parte nella ZPS “Monti Simbruini” (Zona a Protezione Speciale IT110207) in Abruzzo.
Sotto l’aspetto naturalistico le estese faggete che ammantano il vallone sono identificabili in un particolare tipo di habitat definito “prioritario” a livello comunitario (Faggeti termofili degli Appennini a Taxus ed Ilex). Esse ospitano una ricca fauna e in particolare dal punto di vista ornitologico sono presenti il raro picchio dorsobianco, la balia dal collare, la tottavilla ed il calandro. Presente pure l’aquila reale, che in tempi storici aveva trovato nelle pareti del vallone di Fioio un sito adatto alla nidificazione ed il grifone presente nei pascoli limitrofi alla ricerca di cibo. Tutte queste specie sono inserite nell’allegato I della Direttiva Comunitaria “Uccelli”. Importante pure la presenza dell’astore, raro rapace legato alle aree densamente boscate.

Oggi Fosso Fioio, è attraversato da un tracciato, a malapena percorribile a causa dell’azione delle piogge primaverili, che da Camerata Nuova risale il vallone per circa 16 km in direzione del Santuario della Santissima Trinità in Comune di Vallepietra; tale strada è secondo il Piano d’Assetto del Parco Regionale “strada di servizio” e non può essere ritenuta “strada di collegamento” al fine di mantenere la più ampia tutela del Fosso Fioio.
Il Comune di Camerata Nuova a partire dal 2006 ha avviato una serie di progetti atti a “mettere in sicurezza” la strada del Fioio che hanno avuto il diniego sia in fase di Conferenza di Servizi, che dalla Regione Lazio in fase di analisi della Valutazione d’Incidenza proprio per l’importanza naturalistica dell’area. Solo la Regione Abruzzo da parere positivo al progetto.
Nel 2009 attraverso un’ordinanza sindacale contingibile ed urgente “... per somma urgenza di manutenzione ordinaria della strada del Fioio ....”. si da avvio all’esecuzione di parte dei lavori. Tale ordinanza sindacale faceva riferimento ad una nota della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Protezione Civile in cui si invita ad “intraprendere ogni utile iniziativa per valutare soluzioni atte a garantire la messa in sicurezza del percorso e la percorribilità dello stesso ai mezzi di soccorso”.
Ai lavori già intrapresi dal Comune il WWF Italia ha presentato ricorso al TAR del Lazio che lo accoglie bloccando l’accesso al vallone.
Nonostante ciò, il Comune di Camerata Nuova, richiede nuovamente l’apertura della strada al traffico veicolare, non curante dei precedenti dinieghi, arrivando paradossalmente a richiedere una “Conferenza Unificata” ex L.241, convocata presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
In tale sede il 14 ottobre scorso, gli Enti interessati (Regione Lazio e Parco Regionale dei Monti Simbruini) sembrano, dopo anni di valutazioni negative dei vari progetti, aver cambiato improvvisamente parere, tant’è che dopo aver acquisito il parere definitivo di questi, l’11 novembre prossimo il destino della strada di Fosso Fioio sarà discusso risolutivamente presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.

E’ incredibile che tanta caparbietà da parte del Comune di Camerata Nuova nel perseguire il progetto di sistemazione della strada del Fioio ora per manutenzione ordinaria, ora per pubblica incolumità, sia sfociata addirittura nel coinvolgimento del Dipartimento della Protezione Civile presso la Presidenza del Consiglio. Un progetto che vedrà l’ennesimo sperpero di denaro pubblico (circa 1.500.000 €), vista la difficoltà a rendere transitabile il Fosso Fioio data la complessità tecniche dell’intervento e le periodiche inondazioni primaverili, alla luce anche dei vistosi tagli di bilancio alle Aree Protette.
Viene da domandarsi quali siano le reali intenzioni del Comune e se piuttosto non siano veritieri i ventilati propositi di aprire la strada ad un flusso turistico di massa verso il Santuario della Santissima Trinità, dato che il progetto prevede la sistemazione del tracciato ben oltre i tratti interessati da particolare dissesto e da presunta pericolosità e definisce la strada del Fioio come “strada di collegamento interregionale” atta a di “risollevare l’economia del paese” mediante una maggiore “fruizione turistica dell’area”.

Appare inverosimile come Fosso Fioio, un selvaggio angolo di natura incontaminata ancora frequentato dall’orso bruno marsicano, sottospecie prioritaria che necessita di tutela rigorosa secondo la Direttiva Comunitaria “Habitat” e che rappresenta un pubblico valore, rischi di essere sommerso dall’ulteriore opera di sviluppo turistico a beneficio degli interessi di pochi.

Tutto questo, proprio nell’Anno Internazionale della Biodiversità ed in previsione del prossimo Anno Internazionale delle Foreste sancito dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.


Daniele Valfrè
Responsabile ALTURA per l’Abruzzo.
Associazione per La Tutela dei Rapaci e dei loro Ambienti.

4 commenti:

marcoparis ha detto...

bene,anch'io non sono molto daccordo sulla transitabilità della "via de fiou"...allora dirottiamola su quella di camposecco,strada già esistente a parte il breve tratto dalla femmina morta a praticello, senza trascurare che quest'ultimo è uno scolo naturale per l'acqua delle pareti limitrofe ma studiando bene io sono più che convinto che si pùò fare nel massimo rispetto della natura in cui vivo e rispetto profondamente,con meno costi e problematiche varie...la storiella dell'orso non è per me perchè lui che non vive quì ma sconfina dal parco d'abruzzo,passa con o senza strada e l'aquila non ha mai nidificato quì,purtroppo servono bel altre alte montagne rocciose per lei...purtroppo..mi viene il dubbio che la strada che passa dall'altopiano di camposecco per per il santuario della ss.non si debba fare per altri motivi, politici, sarebbe molto scomodo per subiaco protetto nella bambacia dal potente clero vedere l'ipotetico turismo passare per camerata nuova a due passi dalla A-24 roma l'aquila percorrendo una strada comodissima e non come la sublacenze per non parlare da subiaco in sù...vedere per credere.pronto per un dibattito civile e costruttivo ti saluto.

Anonimo ha detto...

@marcoparis la logica di negare la presenza di certe specie faunistiche per sminuire l'importanza naturalistica del vostro territorio mi sembra suicida, ma contenti voi ...

Daniele Valfrè ha detto...

Caro Paris, io sinceramente lascierei perdere le beghe politiche tra un comune e l'altro, se no non se ne esce. E' evidente che ci siano interessi e appetiti politici, quello che a me personalmente non va è che a rimetterci sia un ambiente sostanzialmente intatto. Perchè voler attivare una strada carrozzabile per il Santuario a tutti i costi ? Ogni anno lo sai partono in pellegrinaggio a piedi o a cavallo centinaia di persone da tutta la Marsica e dintorni. Il fatto di dover necessariamente andarci in macchina o in pulmann evidenzia ben altri interessi che non siano esclusivamente quelli religiosi.
Riguardo all'orso è vero che è capace di costeggiare la rete autostradale e attraversarla infilandosi nel primo sottopasso disponibile, ma è vero pure che quello che lo sta, inevitabilmente, estinguendo sull'appennino e la sistematica antropizzazione dei suoi territori vitali esterni al PNALM. Questa non è un'opinione, è un dato di fatto basato su dati scientifici come pure il fatto della sua presenza in quella zona, se pur saltuariamente.
Sinceramente se devo scegliere tra lo sviluppo turistico-religioso proposto da Camerata Nuova e il mantenimento di quell'area a benificio dell'orso, come pure dell'escursionista, non ho dubbi su cosa puntare.
Un saluto,
Daniele Valfrè

Anonimo ha detto...

Purtroppo l'inutile scempio di un angolo di natura nelle nostre montagne sembra ormai deciso... riporto dal quotidiano il Centro

Trinità, riapre la strada dei pellegrini
Rocca di Botte, dopo lo scontro col Parco partono i lavori entro l'estate

di Marianna Gianforte ROCCA DI BOTTE. Tornerà pulita e percorribile la strada montana Fosso Fioio, l'unico collegamento fra il centro abitato di Rocca di Botte e il santuario della Santissima Trinità. Ma anche l'unico accesso a campi, boschi e pascoli per gli abitanti della zona. Dopo 15 anni di lotte, «ma sempre evitando le vie legali e i ricorsi», come spiega l'ex sindaco, Luigi Bonanni, il Comune di Rocca di Botte vince la sua battaglia contro il Parco dei Monti Simbruini Lazio. Che aveva interrotto il transito sulla strada esigendone il controllo e «rallentando il flusso turistico dei fedeli e dei cittadini verso il santuario», continua il sindaco, «che è una tradizione». Con una delibera del dicembre scorso, dunque, la presidenza del consiglio dei Ministri ha accettato le ragioni del Comune e riconosciuto che «può realizzare il progetto di messa in sicurezza della via Fosso Fioio», per 1,5 milioni di euro. Il progetto si era arenato nel 1995 in seguito all'intervento del Parco, creando disagi anche alle migliaia di visitatori che arrivano da ogni parte del Centro-sud verso la Santissima Trinità. Una battaglia intrapresa dunque 15 anni fa dall'allora sindaco Bonanni, che si ritrovò la strada contrassegnata dalle tabelle perimetrali del Parco. In effetti la strada - circa 18 chilometri - attraversa per un tratto il territorio dell'Ente, che ne pretese la gestione e la regolazione degli accessi. «Da quel momento la strada è stata abbandonata a se stessa», racconta Bonanni. L'intervento del Parco dei Simbruini scatenò la «rivolta» dei residenti, ai quali il regolamento imponeva di non transitare su via Fosso di Fioio. Nel 2009 Bonanni inoltrò un esposto e una diffida, firmate insieme al sindaco del Comune laziale di Camerata Nuova, Ezio Piloca. Fino a ritrovare, in polverosi archivi comunali, un atto storico: la prova inconfutabile che la strada appartiene alla Regione Abruzzo e non al Lazio. È un atto del 1852, in cui Ferdinando II di Borbone comunica al papa che la Regione «entra in possesso dell'intero territorio di Fosso Fioio». Un ritrovamento di cui l'ex sindaco è orgoglioso: «Mi ha aiutato a dimostrare che la strada appartiene storicamente all'Abruzzo». Ora potranno finalmente partire i lavori, che prevedono la messa in sicurezza della strada da un punto di vista idrogeologico e della viabilità. Saranno conclusi entro l'estate. «Ringrazio il sindaco di Camerata Nuova, che mi ha accompagnato in questa battaglia», dice soddisfatto Bonanni, «e i rappresentanti istituzionali, che a tutti i livelli, hanno capito l'importanza che ha Fosso Fioio per i cittadini del posto. In particolare», conclude «il sindaco di Camerata Nuova. Ora mi auguro che la strada torni ad avere l'importanza di una volta per il pellegrini».

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