sabato 2 giugno 2012

Capovaccai al carnaio

Nel video qui sotto 2 capovaccai si nutrono presso un carnaio in Basilicata sostenuto grazie all'associazione ALTURA (Associazione per la Tutela dei Rapaci e dei loro Ambienti) e al CRAS provinciale di Matera. Le riprese sono state effettuate nella metà di aprile da circa 1200 metri di distanza in digiscoping allo scopo di non arrecare alcun disturbo agli animali in un periodo particolarmente delicato come quello che precede la riproduzione.
Questi esemplari sono tra gli ultimi che sopravvivono anche grazie al supporto alimentare fornito. In Italia restano ormai non più di cinque o sei coppie nidificanti, tutte drammaticamente avviate verso l'estinzione. Ormai non c'è più tempo da perdere, occorre fare ogni sforzo per impedire che ciò avvenga.
Il CRAS provinciale di Matera non ha al momento alcun finanziamento destinato al capovaccaio e a tutte le proprie attività di salvaguardia e recupero delle specie protette.

8 commenti:

Unknown ha detto...

Sapete nulla del progetto in Toscana? Il sito mi sembra non funzionare. C'e` qualcuno che tiene le fila di tutte le diverse iniziative, un coordinamento?

Anonimo ha detto...

che io sappia in toscana non si fa piu' nulla, o quanto meno non vi e' traccia di alcuna reintroduzione dal 2010.e non c'e' monitoraggio degli animali rilasciati in precedenza.
paolo

Unknown ha detto...

Insomma: un successone! Ma possibile che in Italia non abbiamo un organismo, una rete, un coordinamento che segua questi progetti? Anche sul falco pescatore, non trovo piu` uno straccio di notizia - siti pubblici, privati, di associazioni... niente. Serve uno sforzo molto, ma molto piu` coordinato per non sprecare i soldi, le energie e gli entusiasmi per niente, sulla pelle degli animali, tra l'altro.

Dererumnatura ha detto...

Allo scopo di instaurare un dialogo costruttivo sarebbe buona norma firmarsi sempre con nome e cognome alla fine del commento.
Matteo Visceglia

Guido Ceccolini ha detto...

Caro Aureliano, il Progetto CERM Capovaccaio continua nonostante il totale abbandono da parte di grandi associazioni. I giovani vengono liberati quando ci sono le condizioni per farlo. Il sito è fermo in attesa di essere completamente rinnovato.

All'anonimo rispondo a malapena perchè senza firma non si lanciano accuse gratuite. In Toscana si continua a lavorare al 100%, solo quest'anno abbiamo avuto 4 piccoli.
Il monitoraggio si effettua finchè le radio satellitari trasmettono.

Guido Ceccolini
Responsabile Progetto CERM
Associazione CERM Centro Rapaci Minacciati

Anonimo ha detto...

Aureliano...che dire... hai ragione. Anche io cercavo per curiosità info sui progetti di reintroduzione di Capovaccaio, Falco Pescatore, Grifone e non ho trovato nulla di aggiornato. Inviterei tutti a osservare cosa fanno WWF,SEO e RSPB con progetti simili (capovaccaio, ibis eremita, aquila di mare, falco pescatore): siti web aggiornati dedicati esclusivamente ai progetti di reintroduzione. Alcuni anche con una sezione interattiva/blog che tra l'altro serve anche per raccogliere donazioni dal pubblico.

Ceccolini, secondo me l'assenza delle associazioni che lei denuncia farebbe più scalpore se vi fosse dedicato un post qui o sul sito capovaccaio.it (posto che il sito venga aggiornato). Magari servirebbe a smuovere le acque? Aggiungo che se io fossi un potenziale donatore sarei molto riluttante a finanziare un progetto di cui non si conoscono i risultati e del quale la comunicazione langue da anni.Mi piacerebbe sapere se i miei soldi sono stati bene investiti, ovvero quanti animali sono sopravvissuti, sono tornati e si sono riprodotti? Sono certo che i risultati ci sono e che avete lavorato splendidamente, però non ve n'è traccia post-2010.

Nessuna intenzione di fare polemica, ne di fare una lezione, sto solo constatando quello che vedo, e noto una differenza marcata tra la gestione delle reintroduzioni in Italia e altrove. Credo che Spagna e Inghilterra abbiano parecchio da insegnarci sul piano della comunicazione e del fund-raising.

Saluti,
Piero Visconti

Unknown ha detto...

Piero, ciao: condivido tutta la tua frustrazione. Non sono abbastanza esperto per riuscire a dare una risposta - e anche all'estero, va detto, tanti bei siti sono solo scatole vuote (cfr. LPO su vari rapaci, Parco Regionale Corso sul progetto Balbuzard Pecheur con la Maremma - a proposito: il parco della Maremma m'ha scritto che anche quest'anno è nato un pulcino): facile aprire un sito; più difficile starci dietro e tenerlo utile. Nel mio (veramente) piccolo, sto cercando di creare un archivio on line: https://sites.google.com/site/reintroduzioni/home con tutte le notizie che trovo sui processi in corso. Sto veramente solo all'inizio, e ci lavoro solo nei finesettimana. Qualunque commento, più che benaccetto!

Unknown ha detto...

Oggi ho riaperto il sito del progetto toscano e, quanto meno, sono riuscito ad accedere alle informazioni - cosa che non mi riusciva piu`. Ho rivisto un sito bello, ben curato e un progetto molto ambizioso e opportuno: forza, coraggio e buona fortuna a chi continua a portarlo avanti!
Pare che in Francia stiano andando alla grande anche col capovaccaio e - anche se i paragoni sono ingiusti - spero che anche noi riusciremo in qualcosa di simile. Tutti i grifoni che cominceranno a girare l'Italia spero invoglieranno i capovaccai a fermarsi, e l'accompagneranno a mangiare. Mai smettere di sperare!