sabato 22 settembre 2012

Comunicato stampa LIPU: liberato Capovaccaio nella gravina di Laterza

SPECIE A RISCHIO ESTINZIONE:
LIBERATO UN CAPOVACCAIO
NELL’OASI LIPU GRAVINA DI LATERZA
L’animale, proveniente dal Cerm di Grosseto, è partito verso l’Africa
 per la sua prima migrazione

Si è ambientato per quattro giorni nella cavità di una parete rocciosa. Poi il primo volo e, a distanza di pochi giorni, la migrazione verso l’Africa. Si è chiusa con successo, nelle scorse settimane, presso l’Oasi LIPU Gravina di Laterza, in provincia di Taranto, l’operazione Capovaccaio, che ha visto il rilascio di un giovane esemplare – grazie alla tecnica dell’”Hacking” - al fine di rafforzare la popolazione italiana di questa specie, una delle più minacciate di estinzione in Italia, dove è ormai ridotta a poche coppie nidificanti.

L’operazione - effettuata dalla LIPU in collaborazione con la Regione Puglia, ufficio Parchi e tutela della biodiversità, la Provincia di Taranto e del Cerm (Centro rapaci minacciati) – è partita il 19 maggio scorso, quando Augusto (questo il nome del capovaccaio) venne alla luce nel Centro di riproduzione (Cerm) di Rocchette di Fazio, in provincia di Grosseto.
Giunto all’età di quasi tre mesi all’oasi di Laterza dalla Toscana, il capovaccaio è stato ospitato per qualche giorno in una cavità ricavata in una delle pareti scoscese che caratterizzano lo spettacolare canyon della Gravina di Laterza, uno spazio preparato con cura dal personale LIPU con il Gruppo speleologico di Martina Franca (Taranto). 


Poi l’emozionante momento del primo volo: il rapace ha preso confidenza con l’ambiente naturale della gravina e per 10 giorni è stato seguito dal personale dell’oasi grazie a una micro radio trasmittente Vhf a corto raggio posizionata sulla penna timoniere centrale (coda), utile per seguire i primi spostamenti del capovaccaio nel raggio di 10 chilometri. Infine la partenza per l’Africa, dove l’avvoltoio trascorrerà l’inverno e da dove, nei prossimi anni, si spera riparta per tornare in Italia a nidificare, rafforzando così, in prospettiva, l’esigua popolazione italiana.

Siamo molto soddisfatti dell’esito positivo di questa delicata operazione – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU-BirdLife ItaliaL’intenzione è quella di proseguire su questa strada per poter dare una chance di sopravvivenza a questa specie, che si trova in imminente rischio di estinzione”.

Il capovaccaio Augusto è il decimo esemplare, nato in cattività al Cerm, liberato con la tecnica dell’Hacking all’Oasi LIPU Gravina di Laterza, oasi che l’Associazione co-gestisce con la Provincia di Taranto e il Comune di Laterza: il primo fu Laerte, nel 2004, seguito, tra gli altri, da Arianna (2006) e Arturo (2007), questi ultimi equipaggiati con trasmettitori satellitari e seguiti a lungo, grazie al Gps, fino in Africa. Operazioni entrate a far parte del piano di azione nazionale per la conservazione del capovaccaio redatto dall’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale).
Grazie ai dati ottenuti dai trasmettitori satellitari sono state scoperte le aree di svernamento della popolazione italiana di capovaccaio nel Mali e in Niger.

Ringraziamo l’ufficio parchi e tutela della biodiversità della Regione Puglia e la Provincia di Taranto per aver inserito questa attività nel progetto Grastepp – conclude il presidente LIPU – e aver reso dunque possibile questa importante e preziosa liberazione di Augusto”.

 Parma, 21 settembre 2012

3 commenti:

Unknown ha detto...

Dov'e` possibile trovare altri dettagli su quest'operazione? Mi ricordo da una discussione mesi fa che il CERM ha avuto 4 nascite quest'anno. Un giovane e` questo di Laterza. Gl'altri? Ci sono liberazioni in Toscana, Basilicata, Sicilia? E i 9 che come riportato hanno preceduto questo, a Laterza, che fine hanno fatto? Purtroppo il sito del CERM appare ancora fermo, immagino per la difficolta` di stare dietro a tutto da soli. Ma da questa notizia sembrerebbe che una qualche collaborazione tra LIPU e CERM sia sopravvissuta / rivissuta... c'e` possibilita` d'ottimismo? Grazie

Unknown ha detto...

Qualcuno sa se e come e` possibile fare una donazione al CERM? Non riesco a trovare nessun contatto diretto...

admin ha detto...

Potresti metterti in contatto con Guido Ceccolini guido.ceccolini@biodiversita.eu