L’associazione ALTURA,
in collaborazione con la Riserva Naturale “Montagne della Duchessa”
ed il Gruppo Naturalisti Rosciolo
organizza
“Rapaci oltre i confini”
Prima giornata di monitoraggio e studio dei rapaci nel comprensorio Monti della Duchessa – Valle di Malito – Monte Fratta – Maglia Cupa – Valle del Rio Torto – Valle Ruella.
Sabato 27 Marzo 2010
Dal 2008 ALTURA in collaborazione con la Riserva Naturale “Montagne della Duchessa” segue gli spostamenti di una nuova coppia di Aquila reale che frequenta l’area di Monte Cava – Monte Rotondo, Valle Ruella, Valle di Malito, Monte Fratta – Maglia Cupa.
La coppia di giovani sub-adulti (quarto-quinto anno di età) ha spesso manifestato un comportamento territoriale (volo a festoni) oltre che rituali di accoppiamento. L’area in questione potrebbe essere stata individuata quale potenziale territorio per la nidificazione da parte di questa coppia di sub-adulti, quasi giunti a maturità sessuale.
Il comprensorio in questione è stato nel corso dello scorso anno oggetto di studio da parte del personale della Riserva Naturale e della Regione Lazio con la collaborazione di volontari di ALTURA e GNR, per analizzare le caratteristiche degli habitat cruciali per la conservazione dell’orso bruno marsicano, le criticità e le minacce reali e potenziali a cui l’orso è esposto nell’area in esame.
I risultati dell’indagine svolta, finalizzata alla caratterizzazione dell’area dal punto di vista ambientale, con particolare attenzione al valore conservazionistico, esprimono una grande ricchezza sia floristico-vegetazionale, sia faunistica. In particolare, dal punto di vista avifaunistico, l’area si è dimostrata estremamente interessante, oltre che per l’Aquila reale (Aquila crysaetus), per la presenza del Grifone (Gyps fulvus), Coturnice (Alectoris greca), Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus), Biancone (Circaetus gallicus), Lanario (Falco biarmicus), Pellegrino (Falco peregrinus), Succiacapre (Caprimulgus europeaus), Tottavilla (Lullula arborea), Calandro (Anthus campestris), Averla piccola (Lanius collurio), Gracchio corallino (Pyrrhocorax pyrrhocorax), Rondine montana (Ptyonoprogne rupestris) e del Picchio dorsobianco (Picoides leocotus).
Obiettivo della giornata di monitoraggio sarà quello di definire quanto più possibile gli spostamenti della nuova coppia di aquila reale nel comprensorio in esame ed al tempo stesso di acquisire il maggior numero di dati riguardo la presenza di rapaci, corvidi, picidi e in generale delle specie inserite nell’allegato I della Direttiva 2009/147/CE “Uccelli”.
La giornata si inserisce nell’ambito delle iniziative volte ad aumentare lo stato delle conoscenze sulla biodiversità del nostro territorio nell’Anno Internazionale della Biodiversità (2010 International Year of Biodiversity) promosso dalle Nazioni Unite.
PER INFO:
Daniele Valfrè - Altura
Cell. 328 - 7477915; 340 - 6623558.
martedì 16 marzo 2010
Risoluzione sull’impatto degli impianti eolici industriali sull’avifauna
Credo che sia interessante per i nostri soci disporre della Risoluzione sul problema dell’impatto degli uccelli con le pale eoliche approvata dai partecipanti all’ultimo Convegno di Ornitologia, tenutosi a Sabaudia nell’ottobre 2009. Si tratta di un documento molto importante. Infatti i maggiori esperti italiani di ornitologia hanno riconosciuto in quella sede la gravità del problema, sottolineando, tra l’altro, come l’eolico possa portare all’estinzione su vaste aree di diverse specie e la sensibile rarefazione di molte altre. Pertanto nella Risoluzione si avanzano alcune importanti proposte, per la mitigazione dell’impatto, alle autorità competenti. Sarebbe essenziale a questo punto che le maggiori associazioni ambientaliste la smettessero di sostenere acriticamente l’eolico o, nella migliore delle ipotesi, di ignorare il problema, ma riconoscessero la gravissima minaccia che incombe sulla nostra fauna e sui nostri ambienti naturali e si attivassero di conseguenza.
Stefano Allavena
Risoluzione sull’impatto degli impianti eolici industriali sull’avifauna
I partecipanti al XV Convegno Italiano di Ornitologia tenutosi a Sabaudia (LT) il 14-18 ottobre 2009,
premesso
il proprio convinto sostegno allo sviluppo di produzioni energetiche attraverso fonti rinnovabili,
ritenendo
che le relative tecnologie non possano essere applicate acriticamente e senza attenta valutazione dell’impatto sull’ambiente naturale e sulle sue componenti nonché sul paesaggio,
esaminati
documenti, fonti bibliografiche, dati scientifici e considerazioni tecniche circa l’impatto degli impianti eolici sull’avifauna,
constatato
• che i risultati di studi condotti in molte parti del mondo evidenziano spesso pesanti effetti negativi degli impianti eolici su comunità ornitiche nidificanti e svernanti e sui migratori in termini di perdita di habitat, effetto barriera e consistente incremento della mortalità per collisione,
• che l’impatto negativo sull’avifauna è determinato non solo dalla collisione con i generatori eolici ma anche dal rumore da essi prodotto, dalla realizzazione di elettrodotti, di strade e di altre infrastrutture di servizio, nonché dalla facilitata accessibilità di aree in precedenza poco o nulla frequentate,
• che la maggior parte delle regioni italiane è sprovvista di piani energetici o è dotata di piani energetici del tutto o in gran parte inapplicati e che ciò conduce ad una totale assenza di programmazione quanto a localizzazione e tipologia degli impianti eolici,
• che, a differenza di quanto previsto per i Chirotteri, non esiste un protocollo ufficiale a livello nazionale per la redazione di studi di impatto sull’avifauna,
considerato
• che gran parte degli impianti eolici realizzati o in progetto insiste su aree sensibili per la conservazione dell’avifauna italiana e paleartica, quali praterie montane, crinali, principali fondovalle, promontori, stretti, zone umide costiere, tratti di mare lungo rotte migratorie o interessati dalla presenza di forti concentrazioni di uccelli marini,
• che una frazione rilevante di queste specie risulta già rara e/o minacciata da altri fattori ed è oggetto di interventi di conservazione finanziati dall’Unione Europea, dallo Stato italiano e dalle Amministrazioni locali, sulla base di norme internazionali, comunitarie e nazionali,
identificano
la realizzazione di impianti eolici nei contesti sensibili come una delle più gravi minacce per l’avifauna, capace di determinare estinzioni su tutto o su gran parte del territorio nazionale, declino di popolazioni anche in vaste aree e conseguente perdita di biodiversità. Pertanto, considerando che il ricorso alla produzione energetica da fonte eolica risulta recare un contributo irrilevante alla soluzione del problema delle emissioni dei gas serra e più in generale al fabbisogno energetico nazionale, stante anche la realtà della ventosità quale rilevata nel nostro Paese,
esprimono
forte preoccupazione per la proliferazione di impianti eolici in numerosi ambiti di notevole pregio ambientale e di importanza strategica per l’avifauna,
chiedono
• che nella fase preparatoria dei piani energetici nazionali e regionali la Valutazione Ambientale Strategica verifichi gli impatti significativi sull’avifauna e quantifichi l’effetto complessivo cumulato dalla presenza di più centrali eoliche e delle infrastrutture connesse su area vasta e che, inoltre, una appropriata Valutazione di Incidenza verifichi i potenziali effetti specificatamente sulla rete Natura2000 e i suoi valori,
• che nel testo unico ambientale gli impianti eolici siano spostati dalla tabella di opere sottoposte alla sola verifica di assoggettabilità a VIA (screening) a quella di opere assoggettate obbligatoriamente a VIA,
• che sia urgentemente ritirata la recente norma nazionale che deregolamenta ulteriormente le macchine eoliche singole da 1 MW, escludendole anche dalla fase di screening ambientale,
• che gli studi di impatto ambientale e di incidenza siano svolti da tecnici competenti, secondo linee guida emanate dal Ministero dell’Ambiente ed anche sulla base di indicazioni fornite dall’Organo Scientifico e Tecnico di riferimento dello stesso Ministero, rappresentato dall’ISPRA,
• che l’installazione di impianti eolici sia comunque sempre esclusa in tutte le IBA, le zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, le aree protette nazionali e regionali nonché in un’adeguata fascia di protezione, mai inferiore a 5 km (15 km nel caso di siti di nidificazione, di sosta regolare e di rilascio di avvoltoi), attorno alle suddette aree ed alle ZPS e in tutte le altre aree soggette alla presenza regolare di specie di interesse conservazionistico suscettibili di impatto significativo (incluse nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE, migratori e altre specie inserite in Convenzioni o Accordi internazionali, in Liste rosse o considerate prioritarie a livello regionale),
• che l’installazione di ogni singolo impianto eolico possa essere autorizzata solo in ambiti di scarso o nullo interesse per l’avifauna e non interessati dalla presenza di flussi migratori significativi,
• che tutti gli impianti eolici soggetti all’obbligo dell’uso di luci fisse per la sicurezza dei voli aerei siano autorizzati esclusivamente in aree non soggette al transito di significativi flussi migratori,
• che le valutazioni dell’impatto sull’avifauna siano basate su indagini conoscitive sia bibliografiche sia sul campo nel corso delle quattro stagioni, al fine di conoscere gli aspetti quantitativi e qualitativi delle comunità nidificanti, svernanti e migratrici, considerando un’area interessata dalle indagini del raggio di almeno 5 km attorno alle centrali eoliche in progetto (15 km nel caso dei rapaci) e comunque secondo le indicazioni delle linee guida ufficiali di cui sopra,
• che la valutazione della presenza di migratori diurni e notturni sia obbligatoriamente studiata, oltre che con rilievi a vista, mediante strumenti (come ad esempio radar e termocamere) in grado di fornire tutte le indispensabili indicazioni circa fenologia e caratteristiche dell’eventuale flusso migratorio (altezza e direzioni di volo, intensità ed ogni altro parametro),
• che l’inizio dei rilievi sul campo venga preventivamente e debitamente reso pubblico,
• che i Ministeri competenti e le Regioni adottino adeguate moratorie sulle centrali eoliche fino a quando non sarà stata effettuata un’adeguata valutazione dell’impatto cumulativo su scala regionale e non saranno state precisamente individuate le aree dove potranno essere installate centrali eoliche come più sopra indicato,
• che, ove necessario, la valutazione dell’impatto cumulativo venga realizzata congiuntamente da più regioni,
• che lo Stato assuma la responsabilità del controllo sulla dinamica reale del fenomeno (impianti realizzati ma soprattutto già autorizzati e in attesa di realizzazione), avviando anche un serrato confronto in sede istituzionale sulle situazioni di pesante criticità che si stanno determinando in estese aree di estrema importanza ornitologica del Paese.
La presente risoluzione è stata discussa ed approvata per acclamazione dai partecipanti al Convegno.
Sabaudia, 17 ottobre 2009
Qui sotto un video girato a Creta che mostra la collisione di un grifone
Stefano Allavena
Risoluzione sull’impatto degli impianti eolici industriali sull’avifauna
I partecipanti al XV Convegno Italiano di Ornitologia tenutosi a Sabaudia (LT) il 14-18 ottobre 2009,
premesso
il proprio convinto sostegno allo sviluppo di produzioni energetiche attraverso fonti rinnovabili,
ritenendo
che le relative tecnologie non possano essere applicate acriticamente e senza attenta valutazione dell’impatto sull’ambiente naturale e sulle sue componenti nonché sul paesaggio,
esaminati
documenti, fonti bibliografiche, dati scientifici e considerazioni tecniche circa l’impatto degli impianti eolici sull’avifauna,
constatato
• che i risultati di studi condotti in molte parti del mondo evidenziano spesso pesanti effetti negativi degli impianti eolici su comunità ornitiche nidificanti e svernanti e sui migratori in termini di perdita di habitat, effetto barriera e consistente incremento della mortalità per collisione,
• che l’impatto negativo sull’avifauna è determinato non solo dalla collisione con i generatori eolici ma anche dal rumore da essi prodotto, dalla realizzazione di elettrodotti, di strade e di altre infrastrutture di servizio, nonché dalla facilitata accessibilità di aree in precedenza poco o nulla frequentate,
• che la maggior parte delle regioni italiane è sprovvista di piani energetici o è dotata di piani energetici del tutto o in gran parte inapplicati e che ciò conduce ad una totale assenza di programmazione quanto a localizzazione e tipologia degli impianti eolici,
• che, a differenza di quanto previsto per i Chirotteri, non esiste un protocollo ufficiale a livello nazionale per la redazione di studi di impatto sull’avifauna,
considerato
• che gran parte degli impianti eolici realizzati o in progetto insiste su aree sensibili per la conservazione dell’avifauna italiana e paleartica, quali praterie montane, crinali, principali fondovalle, promontori, stretti, zone umide costiere, tratti di mare lungo rotte migratorie o interessati dalla presenza di forti concentrazioni di uccelli marini,
• che una frazione rilevante di queste specie risulta già rara e/o minacciata da altri fattori ed è oggetto di interventi di conservazione finanziati dall’Unione Europea, dallo Stato italiano e dalle Amministrazioni locali, sulla base di norme internazionali, comunitarie e nazionali,
identificano
la realizzazione di impianti eolici nei contesti sensibili come una delle più gravi minacce per l’avifauna, capace di determinare estinzioni su tutto o su gran parte del territorio nazionale, declino di popolazioni anche in vaste aree e conseguente perdita di biodiversità. Pertanto, considerando che il ricorso alla produzione energetica da fonte eolica risulta recare un contributo irrilevante alla soluzione del problema delle emissioni dei gas serra e più in generale al fabbisogno energetico nazionale, stante anche la realtà della ventosità quale rilevata nel nostro Paese,
esprimono
forte preoccupazione per la proliferazione di impianti eolici in numerosi ambiti di notevole pregio ambientale e di importanza strategica per l’avifauna,
chiedono
• che nella fase preparatoria dei piani energetici nazionali e regionali la Valutazione Ambientale Strategica verifichi gli impatti significativi sull’avifauna e quantifichi l’effetto complessivo cumulato dalla presenza di più centrali eoliche e delle infrastrutture connesse su area vasta e che, inoltre, una appropriata Valutazione di Incidenza verifichi i potenziali effetti specificatamente sulla rete Natura2000 e i suoi valori,
• che nel testo unico ambientale gli impianti eolici siano spostati dalla tabella di opere sottoposte alla sola verifica di assoggettabilità a VIA (screening) a quella di opere assoggettate obbligatoriamente a VIA,
• che sia urgentemente ritirata la recente norma nazionale che deregolamenta ulteriormente le macchine eoliche singole da 1 MW, escludendole anche dalla fase di screening ambientale,
• che gli studi di impatto ambientale e di incidenza siano svolti da tecnici competenti, secondo linee guida emanate dal Ministero dell’Ambiente ed anche sulla base di indicazioni fornite dall’Organo Scientifico e Tecnico di riferimento dello stesso Ministero, rappresentato dall’ISPRA,
• che l’installazione di impianti eolici sia comunque sempre esclusa in tutte le IBA, le zone umide di importanza internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, le aree protette nazionali e regionali nonché in un’adeguata fascia di protezione, mai inferiore a 5 km (15 km nel caso di siti di nidificazione, di sosta regolare e di rilascio di avvoltoi), attorno alle suddette aree ed alle ZPS e in tutte le altre aree soggette alla presenza regolare di specie di interesse conservazionistico suscettibili di impatto significativo (incluse nell’Allegato I della Direttiva 79/409/CEE, migratori e altre specie inserite in Convenzioni o Accordi internazionali, in Liste rosse o considerate prioritarie a livello regionale),
• che l’installazione di ogni singolo impianto eolico possa essere autorizzata solo in ambiti di scarso o nullo interesse per l’avifauna e non interessati dalla presenza di flussi migratori significativi,
• che tutti gli impianti eolici soggetti all’obbligo dell’uso di luci fisse per la sicurezza dei voli aerei siano autorizzati esclusivamente in aree non soggette al transito di significativi flussi migratori,
• che le valutazioni dell’impatto sull’avifauna siano basate su indagini conoscitive sia bibliografiche sia sul campo nel corso delle quattro stagioni, al fine di conoscere gli aspetti quantitativi e qualitativi delle comunità nidificanti, svernanti e migratrici, considerando un’area interessata dalle indagini del raggio di almeno 5 km attorno alle centrali eoliche in progetto (15 km nel caso dei rapaci) e comunque secondo le indicazioni delle linee guida ufficiali di cui sopra,
• che la valutazione della presenza di migratori diurni e notturni sia obbligatoriamente studiata, oltre che con rilievi a vista, mediante strumenti (come ad esempio radar e termocamere) in grado di fornire tutte le indispensabili indicazioni circa fenologia e caratteristiche dell’eventuale flusso migratorio (altezza e direzioni di volo, intensità ed ogni altro parametro),
• che l’inizio dei rilievi sul campo venga preventivamente e debitamente reso pubblico,
• che i Ministeri competenti e le Regioni adottino adeguate moratorie sulle centrali eoliche fino a quando non sarà stata effettuata un’adeguata valutazione dell’impatto cumulativo su scala regionale e non saranno state precisamente individuate le aree dove potranno essere installate centrali eoliche come più sopra indicato,
• che, ove necessario, la valutazione dell’impatto cumulativo venga realizzata congiuntamente da più regioni,
• che lo Stato assuma la responsabilità del controllo sulla dinamica reale del fenomeno (impianti realizzati ma soprattutto già autorizzati e in attesa di realizzazione), avviando anche un serrato confronto in sede istituzionale sulle situazioni di pesante criticità che si stanno determinando in estese aree di estrema importanza ornitologica del Paese.
La presente risoluzione è stata discussa ed approvata per acclamazione dai partecipanti al Convegno.
Sabaudia, 17 ottobre 2009
Qui sotto un video girato a Creta che mostra la collisione di un grifone
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