mercoledì 7 settembre 2011

Sbloccati i fondi PIRAP: aree protette a rischio

Sbloccati i fondi PIRAP: aree protette a rischio, dubbi di ALTURA Campania.
Ecco come la Regione Campania recepisce l’invito al risparmio, contro lo spreco di denaro pubblico.


La Delegazione della Campania di Altura esprime tutta la sua preoccupazione per i progetti relativi al PIRAP (Progetti Integrati per le Aree Protette) che se attuati danneggeranno i territori inseriti nei confini delle aree protette della Regione Campania; infatti nel luglio 2011 la Giunta Regionale della Campania ha approvato l’intero impianto progettuale PIRAP finanziato con fondi europei destinati alla gestione dell’ambiente naturale e del territorio dei parchi e riserve regionali.
Già nell’aprile 2011 Altura Campania segnalava alcuni progetti inutili se non addirittura dannosi realizzati con la precedente programmazione europea (POR Campania 2000-2006), evidenziando alcuni esempi concreti: nel Parco Regionale dei Monti Picentini esistono infatti numerosi rifugi montani, abbandonati e vandalizzati da anni che grazie ai finanziamenti pubblici sono stati restaurati e mai affidati in gestione, quindi abbandonati, e per questo vandalizzati, ciò costringerà i proprietari di questi beni pubblici (Comuni, Comunità Montane, ecc.) a ripresentare progetti per il loro restauro e ripristino in un carosello di fondi pubblici senza fine; e ancora la scandalosa trasformazione in bene turistico della Grotta del Caliendo, alterando per sempre un ambiente tutelato dall’Unione Europea (Natura 2000) in quanto grotta naturale non aperta al turismo, come anche le decine e decine di strade in montagne asfaltate, sentieri turistici ripristinati con enorme dispendio di finanziamenti e non gestiti, ecc. ecc.
La progettazione relativa ai PIRAP della Campania (in totale 107,5 milioni di euro) dovrebbe servire, secondo la Giunta Regionale, in particolare il Presidente Caldoro e l’ex assessore Amendolara, a superare “debolezze territoriali” e contribuire a:
- Conservazione e valorizzazione delle biodiversità,
- Riqualificazione e miglioramento dell’ecosistema forestale,
- Miglioramento del grado di infrastrutturazione materiale ed immateriale,
- Miglioramento della qualità della vita delle popolazioni delle aree protette,
- Tutela e valorizzazione del territorio
- Miglioramento sotto l’aspetto ambientale del sistema agricolo.
Su queste linee guida ovviamente anche Altura Campania concorda pienamente.
Ma la realtà dei progetti proposti dagli Enti pubblici distribuiti sul territorio, purtroppo approvati senza filtro dagli Enti che gestiscono le Aree Naturali protette (Presidenti e Giunte esecutive di Parchi Nazionali e Parchi Regionali) e approvati dalla Giunta Regionale della Campania senza Valutazioni di Incidenza Ambientale serie.
Sono così previste le solite infrastrutture, spacciate come interventi per la fruibilità sostenibile, che a nostro avviso colpiranno duramente il territorio di queste aree. Stentiamo ad identificare molti di questi progetti come opere idonee in un’area naturale protetta: sempre le solite strade (già esistenti e/o nuove), interventi di ripristino sentieri turistici che il giorno dopo non esisteranno più, aree sportive attrezzate, restauro edifici abbandonati, interventi idraulico forestali, eco villaggi in montagna, eco musei, finanche finanziamenti per sagre paesane, innocue parole che però nei fatti si tramutano in progetti a forte impatto ambientale e in niente contribuiscono a risolvere le linee guida contenute nello stesso programma PIRAP sbandierato ai cittadini e alla stampa.
esto in un momenti in cui gli appelli sono per una politica di contenimento della spesa pubblica e soprattutto contro ogni spreco di denaro pubblico; gli enormi “investimenti” sbloccati dalla Casta (Giunta regionale) della Campania verranno distribuiti a pioggia su tutti i Comuni inclusi nelle aree protette naturali.
Questi progetti proposti e attesi da Sindaci, Presidenti di Comunità Montane, Presidenti di Province, Presidenti di Aree Naturali Protette e Presidenti della miriade di Enti Pubblici che “gestiscono?” il territorio della Campania, e per finire dalla Casta dei politici locali, vengono visti come una boccata di ossigeno per le “economie locali”.
Questi progetti presentati con frasi roboanti a cui seguiranno effetti scintillanti, paradossalmente affosseranno ancora di più i nostri parchi. Business e turismo di massa, questa alla fine è la solita ricetta proposta della Casta per risollevare l’economia della Regione Campania.
Noi pensiamo che conservare le Aree rurali, i boschi pluricentenari, il silenzio delle nostre valli, aiutare concretamente i produttori delle eccellenze locali, insomma salvare lo straordinario connubio realizzato tra popolazioni locali e ambiente naturale, in una parola il Paesaggio campano, creato dalle generazioni passate negli ultimi tremila anni e affidato in via temporanea alle attuali per trasmetterlo intatto e migliorato alle future, sia la vera ricetta per far arrivare un turismo sensibile all’ambiente incontaminato, al paesaggio e ai prodotti tipici campani.
Idee semplici e a costo zero, senza costose infrastrutture a contorno.
Oltretutto continuare a chiedere e realizzare le solite infrastrutture, come ad esempio strade che arrivano dovunque e dappertutto servirà solo a mandar via chi ama veramente questi posti.
Altre Regioni l’hanno capito, noi come al solito, siamo sempre gli ultimi della classe.

San Mango Piemonte, 7 settembre 2011
Il Delegato di Altura Campania
f.to Achille Cristiani

La Campania brucia

Comunicato stampa

Sono ormai due mesi che la nostra Regione brucia, incendi sistematici appiccati contemporaneamente in più punti, questo per impedire un efficiente piano di spegnimento, stanno attanagliando le nostre province.
Sembra quasi che una mano pianificatrice sia dietro a tutto questo, il risultato è sconcertante: a niente di simile avevamo assistito fino ad oggi, gli effetti degli incendi di questa tragica estate 2011 non sono paragonabili agli anni precedenti.
In alcuni sopralluoghi effettuati da attivisti della Delegazione nel Parco del Cilento e Vallo di Diano, in particolare nelle Gole del Mingardo, sulla Costa cilentana e zone interne, come anche nei Parchi regionali dei Monti Picentini e dei Monti Lattari sono stati riscontrati numerosi focolai che hanno interessato centinaia di ettari di gariga, macchia mediterranea e boschi alto fusto.
Sembrava di rivivere vecchie immagini dello sbarco alleato del settembre 1943: operazione Avalanche, sulle coste a sud di Salerno. I bombardamenti effettuati prima dello sbarco rasero al suolo tutta la vegetazione provocando numerosi incendi limitatamente però alle fasce colpite dalle bombe.
La situazione attuale è di gran lunga peggiore perché gli incendi sono estesi a tutto il territorio e il fuoco ormai ha attraversato migliaia di ettari.
Parlare di prevenzione sembra anacronistico, ormai i roghi vengono appiccati soprattutto di notte quando i canadair e gli elicotteri della Regione Campania non volano e le squadre a terra non operano nei boschi.
Eppure oggi è possibile con alcune tecniche ridurre il pericoloe l'impatto sul territorio degli incendi, un esempio è l’attività, purtroppo ancora e solo sperimentale, denominata “fuoco prescritto” realizzata in alcune aree del Parco del Cilento e Vallo di Diano grazie alla collaborazione con tecnici portoghesi, il fuoco prescritto prevede di bruciare in periodi precedenti aree che saranno
comunque interessate da possibili attività di piromani; inoltre si potrebbero costituire cooperative di giovani di supporto agli agricoltori anziani per ripulire sempre con incendi controllati le loro proprietà, a differenza di quanto accade oggi con l’agricoltore che da inizio al fuoco di pulizia per poi perderne il controllo.
E’ evidente che la Casta (politici e amministratori) ripete stancamente e dispendiosamente i riti annuali, assessori regionali dichiarati decaduti (Amendolara, assessore regionale all’agricoltura) approvano inutili ordinanze sul divieto di accendere fuochi in estate e l’intervento successivo, una volta scoppiati gli incendi, molto dispendioso per le tasche dei cittadini campani e lucroso per tutto
l’apparato “antincendio” (aerei, elicotteri, interventi a terra, ecc. ecc.), con finanziamenti sempre più ridotti dai “tagli” della Casta romana e napoletana.
Questo il quadro desolante ma il peggio deve ancora arrivare.

ASSOCIAZIONE ALTURA - DELEGAZIONE CAMPANIA