Comunicato stampa
Sono ormai due mesi che la nostra Regione brucia, incendi sistematici appiccati contemporaneamente in più punti, questo per impedire un efficiente piano di spegnimento, stanno attanagliando le nostre province.
Sembra quasi che una mano pianificatrice sia dietro a tutto questo, il risultato è sconcertante: a niente di simile avevamo assistito fino ad oggi, gli effetti degli incendi di questa tragica estate 2011 non sono paragonabili agli anni precedenti.
In alcuni sopralluoghi effettuati da attivisti della Delegazione nel Parco del Cilento e Vallo di Diano, in particolare nelle Gole del Mingardo, sulla Costa cilentana e zone interne, come anche nei Parchi regionali dei Monti Picentini e dei Monti Lattari sono stati riscontrati numerosi focolai che hanno interessato centinaia di ettari di gariga, macchia mediterranea e boschi alto fusto.
Sembrava di rivivere vecchie immagini dello sbarco alleato del settembre 1943: operazione Avalanche, sulle coste a sud di Salerno. I bombardamenti effettuati prima dello sbarco rasero al suolo tutta la vegetazione provocando numerosi incendi limitatamente però alle fasce colpite dalle bombe.
La situazione attuale è di gran lunga peggiore perché gli incendi sono estesi a tutto il territorio e il fuoco ormai ha attraversato migliaia di ettari.
Parlare di prevenzione sembra anacronistico, ormai i roghi vengono appiccati soprattutto di notte quando i canadair e gli elicotteri della Regione Campania non volano e le squadre a terra non operano nei boschi.
Eppure oggi è possibile con alcune tecniche ridurre il pericoloe l'impatto sul territorio degli incendi, un esempio è l’attività, purtroppo ancora e solo sperimentale, denominata “fuoco prescritto” realizzata in alcune aree del Parco del Cilento e Vallo di Diano grazie alla collaborazione con tecnici portoghesi, il fuoco prescritto prevede di bruciare in periodi precedenti aree che saranno
comunque interessate da possibili attività di piromani; inoltre si potrebbero costituire cooperative di giovani di supporto agli agricoltori anziani per ripulire sempre con incendi controllati le loro proprietà, a differenza di quanto accade oggi con l’agricoltore che da inizio al fuoco di pulizia per poi perderne il controllo.
E’ evidente che la Casta (politici e amministratori) ripete stancamente e dispendiosamente i riti annuali, assessori regionali dichiarati decaduti (Amendolara, assessore regionale all’agricoltura) approvano inutili ordinanze sul divieto di accendere fuochi in estate e l’intervento successivo, una volta scoppiati gli incendi, molto dispendioso per le tasche dei cittadini campani e lucroso per tutto
l’apparato “antincendio” (aerei, elicotteri, interventi a terra, ecc. ecc.), con finanziamenti sempre più ridotti dai “tagli” della Casta romana e napoletana.
Questo il quadro desolante ma il peggio deve ancora arrivare.
ASSOCIAZIONE ALTURA - DELEGAZIONE CAMPANIA
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