Sabato scorso 26 giugno 2010 si è tenuta l'assemblea nazionale di ALTURA (Associazione per la Tutela dei Rapaci), non a caso nello scenario di Matera, città dei falchi grillai.
Esperti a confronto sulla situazione degli uccelli rapaci con un occhio particolare rivolto al sud e alla Basilicata.
Tra le problematiche è emersa la situazione ormai gravissima delle fonti rinnovabili selvaggiamente promosse sul territorio con particolare riferimento all'eolico e al fotovoltaico.
La Basilicata è risultata tra le regioni più importanti per la sopravvivenza di molte specie a rischio e al tempo stesso minacciata da valanghe di tali insediamenti industriali derivanti dalla speculazione finanziaria su enormi incentivi.
A tal proposito è stata approvata e diramata una mozione rivolta alle istituzioni e alla stampa. Qui sotto il testo.
I partecipanti all’Assemblea nazionale di Altura, riuniti presso i locali dell’Ente Parco della Murgia Materana,
Premessa
la propria consapevole condivisione dello sviluppo di produzioni energetiche attraverso fonti rinnovabili, ma ritenendo che le relative tecnologie non possano essere applicate acriticamente e senza attenta valutazione dell'impatto sull'ambiente naturale e sulla biodiversità.
Esaminati
la mole di documenti, fonti bibliografiche, dati e considerazioni circa l'impatto diretto e indiretto degli impianti eolici sui rapaci, sull'avifauna e la biodiversità in genere, e in particolare la risoluzione adottata nel 2009 anche dal XV Convegno Nazionale di Ornitologia, alla luce delle evidenze scientifiche internazionali.
Verificato
che i risultati di studi condotti in molte parti del mondo evidenziano spesso effetti pesanti e insostenibili degli impianti eolici su popolazioni di rapaci e sovente su intere comunità ornitiche in termini di consistenti incrementi della mortalità e perdita o degrado di habitat.
Considerato
· che molte aree rurali della Basilicata e della Puglia rivestono una fondamentale importanza come habitat di un gran numero di specie di uccelli stanziali e migratori fra cui moltissimi rapaci e diverse coppie di Cicogna nera, tanto da determinare l’approvazione di diversi progetti di importanza comunitaria come la reintroduzione dell’avvoltoio Grifone sul Pollino
· che gran parte di queste specie risultano già rare e/o minacciate da altri fattori e che pertanto sono classificate come meritevoli di particolari sforzi di conservazione secondo studi e determinazioni nazionali e comunitarie (Liste Rosse, Direttive CEE etc.),
· che gli habitat naturali e seminaturali interessati (direttamente o indirettamente) risultano di altissimo valore biologico e rappresentano altresì comprensori di interesse strategico per arrestare il declino della biodiversità.
Identificano
la realizzazione di impianti eolici nelle aree considerate come una minaccia gravissima aggiuntiva per i rapaci e per l'avifauna in genere, capace di determinare estinzioni locali, declino di popolazioni anche in ambiti vasti e conseguente perdita di biodiversità.
Rilevano
· che siano del tutto deleterie e ormai completamente fuori controllo istituzionale le dinamiche di proliferazione in atto di tali impianti industriali, prive di pianificazione energetica - territoriale e di Valutazioni ambientali adeguate, che anzi risultano a dir poco superficiali;
· che assediare a breve distanza le suddette aree di alta valenza per il paesaggio e la biodiversità con tali manufatti industriali (i più grandi mai realizzati dall’uomo) equivalga a compromettere ugualmente i valori e le emergenze faunistiche che le caratterizzano;
· che, in assenza di serie norme di riferimento, anche la disinvolta dinamica di diffusione di insediamenti fotovoltaici sui suoli stia per ricalcare il processo ingovernato dell’eolico, aggiungendo un pesantissimo degrado territoriale su vasta scala.
Per quanto detto e considerando che il ricorso alla produzione energetica da fonte eolica risulta recare in Italia un contributo modesto alla soluzione del problema delle emissioni di gas-serra, ancor più in assenza di adeguate politiche di efficienza e risparmio energetico,
Esprimono
forte preoccupazione per il proliferare indiscriminato di impianti eolici in numerosi ambiti di notevole pregio paesaggistico, ambientale e di importanza strategica per l'avifauna, con forti rischi di infrazione delle direttive comunitarie e relativi danni finanziari che ne conseguirebbero per la collettività.
Denunciano in particolare
in Basilicata: la deprecabile forzatura condotta da società eoliche che hanno condizionato la politica regionale con la strategia dei ricorsi, portando alla approvazione indebita di un Piano Energetico Regionale senza che questo sia stato sottoposto alla Valutazione di Incidenza, obbligatoriamente prevista per legge, e dai contenuti scandalosi in cui spiccano misure di tutela del tutto insufficienti, la grave deregolamentazione degli impianti fino a 1 MW con la semplice DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) e una soglia di potenza inaccettabile, il doppio di quanto previsto nel recente passato perfino dall’ANEV (associazione delle società eoliche).
Denunciano altresì la gravissima ed emblematica situazione di Campomaggiore (Pz) aggredita da un insediamento eolico escluso da V.I.A. e privo di V.I.., malgrado coincida con un sito di svernamento di 100 Nibbi reali scandalosamente non contemplato nelle relazioni ambientali, si trovi in areale di molte altre specie di rapaci minacciati e della Cicogna nera, e sia interposto a breve distanza fra ben tre Siti di Importanza Comunitaria nonché Zone di Protezione Speciale, a ridosso del Parco Regionale delle Piccole Dolomiti Lucane, gia vincolo paesaggistico nazionale, e all’interno di una IBA (Important Birds Areas).
in Puglia: la gravissima insufficienza delle norme di riferimento, nonché la ulteriore liberalizzazione per gli impianti eolici da 1 MW, promossi con semplice DIA (Dichiarazione di Inizio Attività), esulando da qualsivoglia genere di controllo.
Denunciano altresì la sconcertante ed emblematica situazione dei territori di Laterza e Castellaneta (Ta), dove si registrano numerosi progetti di torri eoliche di grossa taglia, in parte già incredibilmente approvati, in un comprensorio che si frappone fra tre Siti di Importanza Comunitaria nonché Zone di Protezione Speciale, a ridosso del Parco Regionale delle Gravine, del Parco Nazionale dell’Alta Murgia e del Parco Regionale della Murgia Materana (sito Unesco) e malgrado la presenza di comunità ornitiche di assoluto rilievo in ambito europeo a cominciare dall’avvoltoio Capovaccaio.
Chiedono
· che gli incentivi finanziari, esponenziali e ingiustificabili per la produzione energetica da fonte eolica, alla base della virulenza del fenomeno in atto, della “guerra” alle regole condotta dalle società eoliche e conseguentemente delle numerose inchieste giudiziarie, siano immediatamente ridotti e subordinati a monte all’insediamento in aree non sensibili;
· che, analogamente, anche gli incentivi per il fotovoltaico siano drasticamente rimodulati, escludendo gli impianti al suolo oltre una soglia minima e favorendo invece gli impianti sulle superfici coperte o già antropizzate, con estrema attenzione per le aree di valenza storica;
· che l'installazione di impianti eolici possa essere autorizzata solo previe valutazioni supportate dal conforto e dalla dimostrazione scientifica sulla compatibilità territoriale;
· che la politica e le istituzioni non si sottraggano al dovere primario di governare il territorio secondo principi di etica e moralità, tutelando i valori collettivi di cui prima, evitando di abdicare tale dovere in favore delle pressioni economico-finanziarie delle società eoliche;
· che sia immediatamente adottata una revisione delle norme regionali pugliesi in materia, in una ottica di maggiore garanzia per la tutela dei valori citati;
· che in Basilicata sia adottato rapidamente un tavolo tecnico-istituzionale che affronti la situazione e che siano emanate misure urgenti di tutela, prima che siano definitivamente compromessi i valori incommensurabili del paesaggio e della biodiversità della Regione, in assoluto tra le più importanti della Nazione;
· che nel Paese siano approntati e condivisi seri Piani Energetici Ambientali Regionali a cui subordinare la realizzazione delle centrali di produzione energetica tra cui l’eolica;
· che gli organi di informazione assumano le debite responsabilità di fronte ad una situazione di palese fuori controllo del fenomeno divulgando appropriatamente la colossale speculazione in atto.
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