COMUNICATO STAMPA CRAS - 10/11/2012
Un nuovo caso di bracconaggio ai rapaci. Recuperata ad Irsina un'Albanella reale ferita da colpi di arma da fuoco.
Un nuovo caso di bracconaggio ai rapaci. Recuperata ad Irsina un'Albanella reale ferita da colpi di arma da fuoco.
Il
CRAS Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Matera operante presso
la Riserva di San Giuliano prosegue nel proprio impegno a favore della fauna in
difficoltà. Dopo il recupero di
lunedì 5 novembre di una Lontra
investita in territorio di Pisticci è stato effettuato un nuovo intervento per
salvare la vita ad un altro animale protetto.
In
agro di Irsina tra sabato e domenica scorsi è stato abbattuto da bracconieri
uno stupendo esemplare di Albanella reale femmina, rapace di dimensioni
medio-grandi con un’apertura alare che raggiunge 120 centimetri. Un cittadino
dopo averla notata sul terreno, ed incapace di volare, domenica scorsa nelle campagne della
località Santa Maria d’Irsi, è riuscito fortunatamente a raccoglierla a farla
pervenire presso un ambulatorio veterinario di Matera per poi essere consegnata
al CRAS da un volontario martedì scorso .
All’arrivo
il maestoso rapace mostrava l’ala sinistra in posizione anormale, segno
inequivocabile di qualche trauma.
Inoltre a causa dell’impossibilità di nutrirsi per qualche giorno il suo peso
non superava i 370 grammi, troppo basso per un esemplare di quella specie.
Immediatamente è stata prontamente soccorsa, reidratata ed alimentata dal
responsabile del CRAS per consentirle di recuperare le forze e superare la
notte. Era talmente debilitata e magra che non avrebbe potuto sopravvivere un
altro giorno senza cure immediate. Poiché vi erano sospetti che l’Albanella
potesse essere stata ferita da colpi di arma da fuoco è stata nella giornata di
giovedì trasportata presso l’ospedale veterinario della Facoltà di Veterinaria
dell’Università di Bari dove è stata subito visitata. All’esame radiografico
effettuato sono stati infatti riscontrati nel corpo del rapace alcuni pallini,
del tipo usato normalmente per la caccia che gli hanno procurato una frattura
al radio-ulna. Non appena avrà recuperato un po’ di peso e forza dovrà essere
operata e seguita dai veterinari per alcuni giorni prima di ritornare al CRAS
per la degenza post-operatoria e per la riabilitazione.
Il
Responsabile del CRAS Matteo Visceglia dichiara:
“Il
bracconaggio ai danni delle specie particolarmente protette come i rapaci
purtroppo mostra segnali molto preoccupanti in Italia. Le cronache recenti non
hanno bisogno di commenti: dopo l’apertura della stagione venatoria sono stati
uccisi o feriti molti esemplari di specie di grande di valore
conservazionistico. Non c’è giorno che presso i centri di recupero sparsi in
tutta Italia non arrivino animali impallinati, gran parte dei quali non
sopravvive o nel migliore di casi non potrà essere più liberato in natura. Data
l’alta incidenza del bracconaggio sulle specie protette è evidente che non
possiamo parlare di errori ma di abbattimenti volontari, dettati solo da un
profondo disprezzo per la vita e la natura. Un’Albanella, e come essa
tantissime altre specie non confondibili assolutamente con quelle
cacciabili, è impossibile
scambiarla per una quaglia o un fagiano. La sua morfologia, anche a
distanza, richiama
inequivocabilmente i rapaci e ciò
non dovrebbe lasciare alcun dubbio a coloro che esercitano la caccia. Ecco
perché riteniamo che chi abbatte questi animali preziosi vada semplicemente
definito bracconiere. Pur in un contesto di non condivisione della caccia,
pensiamo che coloro che praticano con senso di responsabilità questa attività
debbano isolare e condannare chi ancora oggi si diverte ad uccidere specie
particolarmente protette. Le leggi dello stato sono fatte per essere
rispettate, ma l’etica del cacciatore onesto e responsabile non dovrebbe aver
bisogno di alcuna norma imposta ma deve ascoltare solo la propria coscienza e
senso civico”.
L’Albanella reale (Circus cyaneus) appartiene alla famiglia degli Accipitridi, stessa famiglia delle aquile, dei nibbi, degli avvoltoi. La sua presenza in Italia è fondamentalmente legata alla migrazione e allo svernamento. Si stima che la popolazione svernante sia variabile da 1000 a 3000 individui in relazione agli anni e alla rigidità del clima. Il suo areale di nidificazione più importante è concentrato in Russia e in altri paesi dell’Europa centrale oltre che in Asia centrale e settentrionale.