sabato 26 gennaio 2013
mercoledì 23 gennaio 2013
Ancora eolico? Grazie, basta così!
In un recente comunicato stampa ANEV (Associazione nazionale energia del vento)
e Legambiente si stracciano le vesti, perché i risultati delle Aste competitive
al ribasso pubblicati dal GSE, preannuncerebbero effetti lesivi per il settore
che potrebbe vedere da quest’anno il volume dei suoi affari diminuito del 75%.
E’ successo che una quota del contingente previsto nelle Aste non è stato
assegnato perché molti produttori non hanno potuto concorrere alla gara in
quanto privi dell’affidabilità patrimoniale necessaria a ottenere il credito
bancario richiesto. Il che equivale a una implicita ma inequivocabile
dimostrazione del caos e della approssimazione che aveva caratterizzato fino a
ieri l’“assalto alla diligenza” degli incentivi concessi alle energie
rinnovabili, prelevandoli disinvoltamente dalle tasche degli italiani.
Al contrario, la notizia è stata accolta con
soddisfazione da tutte le associazioni ambientaliste e dai movimenti spontanei
che da anni combattono per ostacolare l’aggressione selvaggia al territorio e
la irreversibile degradazione del valore identitario dei paesaggi italiani
causate dalla selva di aerogeneratori che stanno sorgendo ovunque, anche in
zone non favorite da una sufficiente ventosità, a esclusivo vantaggio di
improvvisati ( e a volte anche malavitosi) produttori e dei loro accoliti.
Nessuno è contrario, in linea teorica, al ricorso a fonti di energia “pulite” e
rinnovabili; ma molte sono le perplessità sulle politiche messe in atto fino ad
oggi in tale ambito, per quel che riguarda i costi e i benefici economici delle
soluzioni adottate, l’eccesso di incentivazioni concentrate sulle rinnovabili
elettriche con la sproporzionata proliferazione delle torri eoliche e dei
pannelli fotovoltaici, la scarsa attenzione, in concreto, alle rinnovabili
termiche, all’efficienza energetica, al risparmio, nonostante le riconosciute
potenzialità di questi settori. La stessa Strategia Energetica Nazionale ha
reso evidente che l’incidenza dell’eolico industriale sulla produzione di
energia elettrica rimarrà comunque irrilevante. Tale da non giustificare i
danni gravissimi che esso provoca all’ambiente naturale e al patrimonio
culturale della Nazione. Senza parlare poi dei costi pesanti per l’intera
comunità, in un momento di crisi. Per gli incentivi alle rinnovabili elettriche
sono stati sottratti ai portafogli degli italiani circa11 miliardi, per il solo
anno 2012. E il prelievo proseguirà per 20 anni con oltre 12 miliardi all’anno
(6,7 per fotovoltaico e 5,8 per le altre FER, tra cui l’eolico in misura
prevalente).
In un successivo documento pre-elettorale
redatto da Legambiente, WWF e Greenpeace si chiede, tra molte altre cose, che
il prossimo Governo torni a favorire oltre ogni misura i produttori di energia
eolica e fotovoltaica; la richiesta è sostenuta da un ricatto occupazionale più
che dubbio e attraverso affermazioni avventate che sfiorano il terrorismo.
Secondo gli estensori l’aver finalmente cominciato ad imporre regole
ragionevoli al settore delle energie rinnovabili soffocherà l’unica speranza
di futuro per l’Italia. Le
associazioni e i movimenti che sottoscrivono il presente documento su questo
punto pensano esattamente il contrario e chiedono invece alle forze politiche
di impegnarsi per azzerare ulteriori incentivi a nuovi o rinnovati impianti
eolici.
Altura
Amici della Terra
CNP – Comitato Nazionale per il Paesaggio
Comitato per la Bellezza
Italia Nostra
Mountain Wilderness Italia
MovimentoAzzurro
Roma, 23 gennaio 2013
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