domenica 11 novembre 2012

Albanella reale colpita in Basilicata da bracconieri

COMUNICATO STAMPA CRAS - 10/11/2012
Un nuovo caso di bracconaggio ai rapaci. Recuperata ad Irsina un'Albanella reale ferita da colpi di arma da fuoco.
  
Il CRAS Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Matera operante presso la Riserva di San Giuliano prosegue nel proprio impegno a favore della fauna in difficoltà.  Dopo il recupero di lunedì 5 novembre  di una Lontra investita in territorio di Pisticci è stato effettuato un nuovo intervento per salvare la vita ad un altro animale protetto.
In agro di Irsina tra sabato e domenica scorsi è stato abbattuto da bracconieri uno stupendo esemplare di Albanella reale femmina, rapace di dimensioni medio-grandi con un’apertura alare che raggiunge 120 centimetri. Un cittadino dopo averla notata sul terreno, ed incapace di volare,  domenica scorsa nelle campagne della località Santa Maria d’Irsi, è riuscito fortunatamente a raccoglierla a farla pervenire presso un ambulatorio veterinario di Matera per poi essere consegnata al CRAS da un volontario martedì scorso .
All’arrivo il maestoso rapace mostrava l’ala sinistra in posizione anormale, segno inequivocabile di qualche  trauma. Inoltre a causa dell’impossibilità di nutrirsi per qualche giorno il suo peso non superava i 370 grammi, troppo basso per un esemplare di quella specie. Immediatamente è stata prontamente soccorsa, reidratata ed alimentata dal responsabile del CRAS per consentirle di recuperare le forze e superare la notte. Era talmente debilitata e magra che non avrebbe potuto sopravvivere un altro giorno senza cure immediate. Poiché vi erano sospetti che l’Albanella potesse essere stata ferita da colpi di arma da fuoco è stata nella giornata di giovedì trasportata presso l’ospedale veterinario della Facoltà di Veterinaria dell’Università di Bari dove è stata subito visitata. All’esame radiografico effettuato sono stati infatti riscontrati nel corpo del rapace alcuni pallini, del tipo usato normalmente per la caccia che gli hanno procurato una frattura al radio-ulna. Non appena avrà recuperato un po’ di peso e forza dovrà essere operata e seguita dai veterinari per alcuni giorni prima di ritornare al CRAS per la degenza post-operatoria e per la riabilitazione. 


Il Responsabile del CRAS Matteo Visceglia dichiara:
Il bracconaggio ai danni delle specie particolarmente protette come i rapaci purtroppo mostra segnali molto preoccupanti in Italia. Le cronache recenti non hanno bisogno di commenti: dopo l’apertura della stagione venatoria sono stati uccisi o feriti molti esemplari di specie di grande di valore conservazionistico. Non c’è giorno che presso i centri di recupero sparsi in tutta Italia non arrivino animali impallinati, gran parte dei quali non sopravvive o nel migliore di casi non potrà essere più liberato in natura. Data l’alta incidenza del bracconaggio sulle specie protette è evidente che non possiamo parlare di errori ma di abbattimenti volontari, dettati solo da un profondo disprezzo per la vita e la natura. Un’Albanella, e come essa tantissime altre specie non confondibili assolutamente con quelle cacciabili,  è impossibile scambiarla per una quaglia o un fagiano. La sua morfologia, anche a distanza,  richiama inequivocabilmente  i rapaci e ciò non dovrebbe lasciare alcun dubbio a coloro che esercitano la caccia. Ecco perché riteniamo che chi abbatte questi animali preziosi vada semplicemente definito bracconiere. Pur in un contesto di non condivisione della caccia, pensiamo che coloro che praticano con senso di responsabilità questa attività debbano isolare e condannare chi ancora oggi si diverte ad uccidere specie particolarmente protette. Le leggi dello stato sono fatte per essere rispettate, ma l’etica del cacciatore onesto e responsabile non dovrebbe aver bisogno di alcuna norma imposta ma deve ascoltare solo la propria coscienza e senso civico”.





L’Albanella reale (Circus cyaneus) appartiene alla famiglia degli Accipitridi, stessa famiglia delle aquile, dei nibbi, degli avvoltoi. La sua presenza in Italia è fondamentalmente legata alla migrazione e allo svernamento. Si stima che la popolazione svernante sia variabile da 1000 a 3000 individui in relazione agli anni e alla rigidità del clima. Il suo areale di nidificazione più importante è concentrato in Russia e in altri paesi dell’Europa centrale oltre che in Asia centrale e settentrionale.

martedì 6 novembre 2012

Strategia Energetica Nazionale: associazioni scrivono al governo

COMUNICATO STAMPA

ALTURA, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, LIPU-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Stop al Consumo di Territorio, VA

Cartello di Associazioni scrive al Governo
in occasione della Strategia Energetica Nazionale.
“Dirottare risorse dalle rinnovabili elettriche ad altri settori”


Le rinnovabili elettriche, malgrado la decennale speculazione che le ha portate
già oggi al raggiungimento degli obiettivi comunitari al 2020, continuano a godere
di sostegni inaccettabili. Cosi si creeranno ancora scempi territoriali e nuovi danni all’economia italiana e senza combattere seriamente i gas serra.

Fermare il disastro territoriale, ambientale, paesaggistico, finanziario in atto con la corsa all’eolico, dirottare le risorse finanziarie verso più utili politiche di efficienza e risparmio energetico, investire nel rendere meno impattante il settore del trasporto, rivitalizzare ricerca e innovazione, espandere tecnologie amiche dell’ambiente come quelle nel settore del riscaldamento-raffrescamento. Ulteriore, moderata crescita delle rinnovabili elettriche solo con il fotovoltaico sulle superfici edificate o dove sorgono infrastrutture.

E’ la sintesi dell’articolata e argomentata istanza che, ancora una volta dopo anni, un cartello di Associazioni ambientaliste (ALTURA, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, LIPU-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Stop al Consumo di Territorio, VAS) sottopongono ai vertici di governo per affrontare il “caso” tutto italiano dello sviluppo, distorto, delle rinnovabili.

Nella nota trasmessa ai principali Ministri interessati (Finanze, Sviluppo economico, Ambiente, Beni culturali, Agricoltura, Turismo, Coesione territoriale) oltre al premier Monti, si richiama la preoccupazione per il vilipendio di valori territoriali tutt’ora in atto, a causa di errori disastrosi commessi in questi anni e che, invece di essere affrontato, rischia di essere aggravato senza contropartite.
Nella SEN (Strategia Energetica Nazionale), infatti, la soglia del 26,39% di rinnovabili elettriche programmato al 2020, e già oggi raggiunto, viene improvvisamente elevato al 36-38%.
In realtà un aumento “ingannevole” senza alcuna preventiva valutazione di carattere territoriale, ambientale, paesaggistica ed economica, che paradossalmente nasconde conseguenze negative anche per la stessa lotta ai gas serra.

“Da un lato – spiegano le Associazioni - tale aumento dell’obiettivo delle rinnovabili elettriche senza che sia posto alcun limite alle tecnologie, come l’eolico, determinerà il sacrificio su vasta scala di ulteriori, immensi territori fra i più belli e delicati del nostro Paese, per contribuire al raggiungimento, nel breve tempo di soli otto anni, di un incremento di ulteriori 10-12 punti percentuale di rinnovabile nel comparto elettrico, e per il quale non vi è alcun nuovo obbligo internazionale. Un ennesimo lucroso regalo a chi ha già occupato migliaia e migliaia di ettari con piantagioni eoliche o distese di pannelli fotovoltaici e che, anzi, dovrebbe essere tassato in ragione di rendite sproporzionate.
“Dall’altro – proseguono - un contesto economico e finanziario durissimo, pagato ogni giorno da milioni di italiani in difficoltà. Dovrebbero quindi essere tagliati gli sprechi nel settore e dovrebbero essere favorite politiche che permettano maggiori riduzioni dei gas serra e portino anche vantaggi sociali, come il sostegno ai trasporti pubblici (colpiti invece da tagli di risorse) o agli impianti solari e fotovoltaici sui tetti degli stabili condominiali o delle aziende agricole, con indirette integrazioni al reddito delle famiglie, o, ancora, un imprescindibile sostegno ai nostri ricercatori dirottando una più dignitosa frazione del fiume di incentivi all’innovazione tecnologica di tutto il settore delle rinnovabili.
“Invece con questa Strategia energetica – che, al già abnorme importo di 9 miliardi spesi nel 2011 come incentivi alle rinnovabili elettriche, da quest’anno prevede l’aumento di altri 3,5 miliardi, per un totale di ben 12,5 miliardi di euro all’anno protratti per 20 anni - si predispongono pesanti aggravi di spese a danno di famiglie, consumatori e imprese italiane, perseguendo risultati di contenimento delle emissioni più modesti rispetto alle alternative possibili”.

La stessa SEN afferma che, come percentuale sui consumi totali, il calore (riscaldamento e raffrescamento) “rappresenta la quota più importante, pari a circa il 45% del totale, seguito da quello dei trasporti, con poco più del 30% e infine da quelli elettrici.”

Le Associazioni ricordano che la crescita degli obiettivi di riduzione dei gas serra deve essere perseguita con convinzione ma rispettando la capacità produttiva delle stesse rinnovabili, la sostenibilità ambientale e in relazione alle possibilità offerte dal nostro territorio, che rappresenta un bene limitato, prezioso, irrinunciabile.

Nel campo delle rinnovabili elettriche un’ulteriore crescita è ammissibile, moderatamente, attraverso tecnologie come il fotovoltaico, capaci di integrarsi nei tessuti già urbanizzati o occupati da infrastrutture ma privi di significato storico e architettonico, di cui l’Italia purtroppo abbonda con centinaia di migliaia di ettari.

5 novembre 2012

Per le associazioni:
Ufficio stampa LIPU

mercoledì 31 ottobre 2012

Lettera aperta di Elio Lanzillotti ai Presidenti di Legambiente, WWF e Federparchi

Lettera aperta di Elio Lanzillotti

Al Presidente di Legambiente
Al Presidente di Federparchi
Al Presidente del WWF

Egregi Presidenti,

Il giorno giovedì 25 ottobre, alle 12.00, presso il Ministero dell’Ambiente, si è tenuto un sit –in di protesta dei lavoratori dei Parchi e delle Aree protette Italiane. Penso siate a conoscenza del fatto che decine e decine di persone, tra giovani operatori, guide, ricercatori, funzionari, rischiano, a seguito delle ultime norme emanate dal governo, di perdere il proprio posto di lavoro.

Ho partecipato alla manifestazione e, con grande sorpresa, ho notato non solo l’assenza dei Presidenti dei Parchi, ma anche la totale  mancanza delle bandiere e dei simboli di Legambiente- Federparchi e del WWF. Niente cigno verde per Legambiente-Federparchi niente panda per il WWF. Ho pensato che comunque non potesse mancare una qualche forma di rappresentanza di queste importanti organizzazioni., invece niente, non c’era neanche un dirigente. Per fortuna dell’ambientalismo italiano a Roma oltre  alle associazioni di categoria dei lavoratori dei parchi  erano presenti  anche i rappresentanti ed i giovani  di  Italia Nostra e della Lipu.
 Forse con eccessiva malizia, ho pensato che la concomitante inaugurazione del Salone del Gusto a Torino, con l’irresistibile magnetismo dei vari buffet di degustazione vi ha tenuto giustamente impegnati.
Nonostante la vostra  defezione, la manifestazione è riuscita ed una delegazione è stata ricevuta ed ascoltata dal capo gabinetto del ministro. Certo, se qualcuno di voi fosse stato presente, la cosa sarebbe stata più semplice, visto che al Ministero siete di casa e ci andate spessissimo per chiedere contributi e presentare progetti, oltre che per esprimere i vostri dotti e utilissimi pareri. Sarebbe stato più semplice, visto anche il consolidato rapporto di confidenza e fiducia che intercorre tra voi e i direttori generali e tra voi ed il Ministro Clini. (già direttore generale….)
Tornato a casa ho verificato come  la vostra assenza non fosse assolutamente casuale, ma che Legambiente- Federparchi ed il  WWF non avevano proprio aderito alla manifestazione di protesta.

Ritengo a questo punto doverose alcune brevi considerazioni e qualche quesito:


·        Negli ultimi anni, le vostre associazioni sono diventate ricche, e anche abbastanza potenti, conseguendo enorme consenso con  la “Green  Economy”, un nuovo modo di fare economia, un modello di sviluppo sostenibile basato sulla tutela ambientale, sulla competenza scientifica degli operatori, sulla capacità e qualità  dei portatori d’interesse e dei prodotti. Potete chiedere cortesemente al Direttore di Symbola, sig. Fabio Renzi,  se i parchi e le aree protette sono parte fondamentale della “Green Economy”? Chiedete anche se è vero che gli operatori ed i lavoratori dei parchi rappresentano un grande esempio della qualità italiana nel mondo. Se Renzi dovesse rispondere affermativamente, vi renderete conto che la vostra presenza sarebbe stata d’obbligo.
·        Come mai, quando si tratta delle nomine dei Presidenti dei Parchi e di alcuni Direttori (spesso gente che contemporaneamente è vostro dirigente), vi complimentate con altisonanti comunicati e invece tacete quando scendono in piazza i lavoratori dei Parchi?
·        Come mai protestate vivamente se il governo propone l’eliminazione dell’indennità di Presidenza nei Parchi e invece tacete quando scendono in piazza i lavoratori che sicuramente non hanno redditi paragonabili a quelli di molti presidenti di Parchi Nazionali e di qualche “famoso” direttore?

·        Come mai, quando il governo decide di ridurre gli incentivi alle rinnovabili, andate a protestare con tutte le vostre forze davanti al ministero dell’Economia (ricordo che WWF e Legambiente organizzarono un pranzo su di un pannello solare)  e fate  scendere  in campo i vostri dirigenti parlamentari (Realacci, Ferrante e Della Seta)  per la tutela dei posti di lavoro degli operatori delle rinnovabili e invece non vi muovete per la gente dei Parchi?  


La cosa per me più incomprensibile, ma anche la più avvilente,  è sapere che ogni giorno le associazioni da voi rappresentate  usufruiscono del lavoro del personale e dei lavoratori dei Parchi e delle Aree protette per la realizzazione dei progetti che lautamente e costantemente  vi  finanziano il Ministero, gli enti pubblici e privati (parchi compresi), la Comunità Europea. Come fate ad abbandonare queste persone  quando hanno bisogno del vostro aiuto, nel momento in cui rischiano di perdere il proprio qualificato posto di lavoro.

Nel passato, sono stato con orgoglio Presidente di Circolo e consigliere nazionale di Legambiente, Vicepresidente di Federparchi. Sono stato anche premiato dal WWF per la mia attività in campo ambientale. Non avrei mai pensato che le stesse cose che ieri consideravo motivo di orgoglio,  potessero diventare quel piccolo senso di vergogna che provo oggi.

Non credo sia necessario aggiungere altro. Potreste, forse, ancora recuperare, chiedendo scusa alla gente dei Parchi, ma conoscendo la vostra spropositata auto-referenzialità, credo sarà difficile.

Un’ondata di rinnovamento sta interessando il nostro Paese. Io credo che anche le vostre associazioni debbano rinnovarsi, tornando ad essere a misura d’uomo e non di multinazionale confindustriale. Se non lo farete, rischiate anche voi l’estinzione. Sarebbe un grosso danno per quello di buono che avete fatto nel passato e per quanto ancora potreste fare nel futuro.                                                                                                                

                                                          
Elio Lanzillotti


mercoledì 24 ottobre 2012

Abbattuto a fucilate Pilar, biancone con satellitare

di Matteo Visceglia

Pilar, uno dei giovani bianconi (Circaetus gallicus) lucani nato lo scorso 2011 e protagonista di un ambizioso progetto di monitoraggio con telemetria satellitare, è stato barbaramente ucciso da bracconieri a metà settembre sullo stretto di Messina,  in località Alì Terme. E' l'ennesima prova, quasi una quotidiana ostentazione della stupidità umana, di quanto deleterio e spregevole sia il bracconaggio "made in Italy",  praticato in modo spesso impunito in tante parti d'Italia e d'Europa. Pochi giorni fa in Toscana anche due rari Ibis eremita, anch'essi facenti parte di un importante progetto europeo finalizzato alla conservazione della specie, sono stati abbattuti da colpi di arma da fuoco in Toscana.

Già nel 2010 il Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, in collaborazione con l’Università spagnola di Alicante, avviò un progetto di ricerca sul Biancone  aquila migratrice molto rara che nidifica nel territorio del Parco e sverna principalmente in Africa tropicale, a Sud del Sahara. Nell’ambito di questo progetto, per la prima volta in Italia, in due anni sono stati marcati 5 giovani esemplari mediante l’applicazione di piccole trasmittenti satellitari.
L’utilizzo di questa moderna tecnologia ha permesso di seguire in diretta gli spostamenti di questi rapaci nella migrazione tra Europa e Africa, fornendo utilissime informazioni sull’ecologia e le strategie migratorie adottate, necessarie per l’individuazione di misure per la conservazione della specie.  Moltissimi appassionati e diversi ricercatori interessati allo studio della migrazione a circuito del Biancone, sono rimasti assai sorpresi quando sul monitor del computer non hanno potuto più seguire gli spostamenti di Pilar tra la Basilicata e la Sicilia dove aveva trascorso il suo primo anno di vita.
Pilar era stato marcato nel suo nido, nel luglio 2011, poco prima dell’involo e nel suo primo anno di vita aveva volato per migliaia di chilometri in diverse località dell’Italia centro-meridionale trascorrendo l’inverno e la primavera in un’area della Sicilia centrale.

Sullo Stretto di Messina anche se la barbara "tradizione" di uccidere i migratori primaverili sembra  essere diminuita grazie agli enormi sforzi di vigilanza di Associazioni ambientaliste e alle azioni di repressione da parte delle forze di polizia, sono purtroppo ancora frequenti gli episodi di bracconaggio. Ciò è dovuto al fatto che le norme penali italiane sono inadeguate rispetto alla gravità del fenomeno del bracconaggio dove ad esempio, l’uccisione di una specie protetta, come il Biancone, rappresenta un reato “contravvenzionale” punito molto spesso con una multa e soprattutto, agli scarsi controlli attuati sull’attività venatoria in molte aree del nostro Paese, che risultano particolarmente carenti nelle regioni meridionali.

D’altra parte gli abbattimenti illegali di cui si viene a conoscenza, come quello del Biancone Pilar, sono solo una piccola minoranza e testimoniano gli enormi rischi che corrono in quell’area i rapaci migratori e non. Va ricordato che il numero complessivo degli animali abbattuti ogni anno dai bracconieri rimane ancora un’incognita a cui oggi le autorità competenti non sono in grado di dare un valore quantitativo. 

Il Presidente del Parco Luigi Lombardi nel commentare questo episodio ha così dichiarato:
"Ancora una volta questi vergognosi gesti di bracconaggio compromettono le diverse azioni positive messe in atto dagli enti gestori di aree protette, a cui spetta in primis il compito di attuare studi e programmi per garantire la tutela e la salvaguardia della Natura.  Gli sforzi di conservazione compiuti nelle aree di nidificazione (come nel caso di Pilar, nato in Basilicata nel Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane), subiscono ancora una volta un danno irreparabile a causa di atti delinquenziali compiuti da “uomini” che non hanno alcun rispetto del patrimonio naturale e delle normative.
In questo caso infatti, la spregevole azione dei bracconieri, oltre ad aver colpito una specie particolarmente protetta, ha vanificato tutti gli sforzi di ricerca, anche economici, attuati dopo anni di programmazione a livello internazionale per migliorare le conoscenze sui comportamenti migratori di quest'aquila mediterranea.
Fenomeni di tale gravità sottolineano l’importanza e l'urgenza di rendere più severe le norme nazionali di tutela della fauna e di affiancarvi operazioni concrete e costanti di vigilanza del territorio  da parte dei Corpi di Polizia preposti, al fine di contrastare fortemente questi atti di illegalità consolidata, compiuti altresì in epoca di pre-apertura dell’attività venatoria".



Gli spostamenti di Pilar nel suo primo anno

venerdì 19 ottobre 2012

Conto alla rovescia per la paralisi dei Parchi Nazionali

 
Il 25 ottobre 2012  sit-in a Roma al Ministero dell'Ambiente!

Il popolo dei Parchi non ci sta e chiede un vero sistema delle aree protette
Il popolo dei parchi scende nuovamente in piazza il 25 ottobre 2012, dalle ore 11.00,  dopo due anni, per manifestare contro l’ennesimo taglio alle spese dei parchi nazionali. Il decreto legge 6 luglio 2012, n. 95 (cosiddetta "spending review"), convertito in legge il 31 luglio scorso, riporta le disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica. La razionalizzazione della spesa, perseguita con l’obiettivo, del tutto condivisibile, di garantire l’efficienza e l’economicità dell’organizzazione degli enti e apparati, incide, però, pesantemente sui parchi nazionali, già oggetto di tagli e restrizioni negli ultimi anni, portando al collasso i piccoli enti deputati alla gestione.
La legge prevede che, testuale: le … riduzioni del personale possono essere effettuate selettivamente, anche tenendo conto delle specificità delle singole amministrazioni, in misura inferiore alle percentuali ivi previste a condizione che la differenza sia recuperata operando una maggiore riduzione delle rispettive dotazioni organiche di altra amministrazione.
Ma i Ministeri vigilanti si ostinano a non volere riconoscere la specificità dei Parchi nazionali, enti piccoli, di nuova generazione, che svolgono funzioni altamente specialistiche e tutelano gli ultimi gioielli del Bel Paese!

L’applicazione della speding review, comporterà l’eliminazione di oltre 60 posti dagli Enti Parco, che prevedono per 23 parchi nazionali operanti, circa 780 dipendenti. La soppressione dei posti sarà adottata con DPCM entro il 31 ottobre (!) e rischieranno il licenziamento persone in servizio, in altre parole esperti e appassionati funzionari che da anni stanno difendendo il patrimonio naturale di tutto il Paese e della comunità internazionale. Una riduzione di organico che rispetto all'attuale situazione già deficitaria a causa dei tagli e restrizioni precedenti, vorrebbe dire vanificare gli obiettivi e le finalità per i quali l'area stessa è stata istituita.
Questi provvedimenti rappresentano una grave regressione per il sistema dei Parchi. Meglio che si abbia il coraggio di dire che è in corso un processo di smantellamento del sistema dei Parchi!  A questo le associazioni dicono NO e lanciano quindi una sfida al Ministro Clini, al Governo e al Parlamento.
Dal 2005, siamo giunti al 37% effettivo di taglio delle spese del personale. Ciò è inaccettabile, e provocherà di fatto, sommato alle altre restrizioni, la paralisi dei parchi nazionali italiani, con ciò che conseguirà in termini di tutela della biodiversità, difesa del paesaggio e dei beni culturali, attivazione di politiche di valorizzazione delle qualità per il rilancio di economie basate proprio sull’azione di tutela.
Ma non sono questi i temi vincenti per il rilancio dell’economia nazionale?
Agli effetti nefasti per il mancato raggiungimento degli obiettivi della legge quadro n. 394/91, si aggiunge il dramma umano e sociale, ulteriormente aggravato dal fatto che tale dramma non porterà risparmi ma, anzi, nuove spese per il Paese.
Se il Governo, in cui il Ministro dell’Ambiente rappresenta il sistema delle aree protette, si attiverà concretamente con strategie pluriennali, le aree protette sapranno dimostrare in maniera più efficace l’enorme beneficio in termini di conservazione e di sviluppo socio economico sostenibile.

 Sarebbe un’occasione perduta, proprio adesso che si fa una gran parlare di uscire dalla crisi con la valorizzazione dei beni ambientali e culturali!

Tutte le Aree Protette Nazionali, pari a circa il 5% del territorio nazionale, costano oggi poco più di  60 milioni di euro, comprese le spese per il personale, appena un caffè all'anno per ogni italiano,. Ma per il Governo, evidentemente, l'ambiente, la biodiversità e lo sviluppo sostenibile, temi strategici a livello mondiale, non valgono neppure questo caffè!

Per il 25 OTTOBRE le associazioni che rappresentano il mondo dei parchi (direttori, dipendenti, guide, guardia parco, educatori ambientali) e quelle ambientaliste e culturali, hanno organizzato un sit-in al Ministero dell'Ambiente, per dire NO a un taglio irrazionale e indegno di un paese civile, con licenziamento di professionisti della tutela, una grave violazione di diritti costituzionali, comunitari  e internazionali. In quella occasione una delegazione chiederà di incontrare il Ministro.

VOGLIAMO UNA RISPOSTA: VENGA PERMESSO AI PARCHI DI LAVORARE PER QUELLO PER CUI SONO STATI ISTITUITI, ALTRIMENTI TERMINIAMO QUI UN’ESPERIENZA CHE E’ STATA RICONOSCIUTA ASSAI POSITIVA DA TUTTI, IN OCCASIONE DEI VENT’ANNI DELLA LEGGE 394/91  COMPIUTI L’ANNO SCORSO.
Lo stesso presidente della repubblica nel 2010, in risposta ad un appello dei presidenti dei Parchi Nazionali in occasione del taglio del 50% dei finanziamenti, rispose,: Non posso che ribadire l'auspicio di un’attenta valutazione della posta in gioco rispetto al destino dei Parchi Nazionali, e di una conseguente attenzione da parte delle Istituzioni competenti.

Chiediamo dunque che Ministro, e per suo tramite Governo e Parlamento si impegnino per il raggiungimento dei seguenti obiettivi immediati:

·Impedire la paralisi dei 23 parchi nazionali che deriverebbe dall’applicazione lineare al sistema dei dettami della spending review, con conseguenze anche sociali gravissime, riconoscendo la specificità dei Parchi nazionali e compensandone integralmente il taglio; 
·L’istituzione urgente di una Commissione presso il Ministero dell’Ambiente che stabilisca le effettive necessità per il funzionamento dei parchi nazionali, compresa la definizione delle consistenze adeguate delle dotazioni organiche, in funzione delle specificità e complessità dei singoli territori di competenza, con personale idoneo a perseguire gli obiettivi di legge dei parchi nazionali.
·La definizione di una strategia nazionale per le Aree Protette, a seguito di un confronto con tutti gli attori, anche tramite un’apposita conferenza nazionale per le aree protette (richiesta inutilmente da tempo), al fine di attivare finalmente un vero sistema nazionale, come previsto dalla Legge quadro sulle aree protette,

Sono invitati a partecipare tutti i cittadini, per la difesa dell'Ambiente e dei Parchi.

Appuntamento alle ore 11.00 di giovedì 25 ottobre in Viale Cristoforo Colombo 44, di fronte al Ministero dell’Ambiente.

martedì 9 ottobre 2012

Grifoni in Basilicata

Ieri mi è stato segnalato da amici un nuovo avvistamento di 6 GRIFONI in Basilicata, nella Valle dell'Agri,
L'avvistamento risale all'ultima decade di settembre scorso e riferisce di esemplari  posati su un pendio roccioso presso la montagna di Viggiano (Pz).
E' probabile che possa trattarsi degli stessi esemplari che frequentano regolarmente la valle da oltre un anno e che hanno tentato una nidificazione,  purtroppo fallita.
Nella foto sembra appena visibile un anello colorato alla zampa dell'individuo sulla sinistra.

Matteo Visceglia