Da tempo si levano in tutta Italia proteste di associazioni (Italia Nostra, Mountain Wilderness, Comitato per la Bellezza, Comitato Nazionale per il Paesaggio, Amici della Terra, Eddyburg, Coldiretti, ecc.) e di comitati di cittadini contro l’installazione indiscriminata di gigantesche torri eoliche sui crinali appenninici, nel cuore di paesaggi intoccati, vicino a vigneti e oliveti, a Scansano e recentemente a Bolsena, o in prossimità di aree archeologiche come la romana Saepinum. In Italia il vento è, oggettivamente, la metà della media nordeuropea, ad eccezione di limitate zone di Puglia, Sardegna e Sicilia. Per cui tanti impianti sono improduttivi per lunghi periodi. Numerose inchieste televisive hanno comprovato pesanti infiltrazioni criminali. Risultato: 1) i Comuni, spesso poveri, sono stati sedotti con un po’ di euro e poi abbandonati; 2) i forti contributi governativi ai concessionari non hanno fruttato energia; 3) paesaggi ed ecosistemi sono sconvolti, con le pale ferme. Altre dure polemiche hanno riguardato i maxi-impianti di fotovoltaico realizzati su vaste estensioni coltivate. Pratica contestata anche da Carlo Petrini di Slow Food e ora vietata dal ministro Mario Catania.
«Gli incentivi concessi fin qui hanno favorito una espansione del fotovoltaico così imponente da permettere al nostro Paese di raggiungere i traguardi indicati dall’Europa con ben otto anni di anticipo», si legge nell’appello promosso da Carlo Alberto Pinelli di Mountain Wilderness e rivolto al presidente Monti. In esso si ribadisce un netto sì al sostegno delle energie rinnovabili, purché gestito in modo virtuoso, rigoroso e senza ulteriori insostenibili sprechi, e però si dice «basta all’eolico industriale» poco utile ma responsabile «dei maggiori danni a molti preziosi paesaggi italiani». Documento sottoscritto dalle associazioni sopracitate e firmato anche da personaggi di indiscusso prestigio quali, fra gli altri, Gianfranco Amendola, Asor Rosa, Berdini, Bodei, Caracciolo, Cervellati, Craveri, De Lucia, Guzzo, La Regina, Desideria Pasolini, Paolucci, Rita Paris, Pericoli, Pirani, Ruffolo, Carla Sepe, Settis. Nonché dall’Associazione Tecnici del MiBAC.
Il documento farà discutere gli ambientalisti. Greenpeace e Legambiente risultano infatti schierate da sempre a favore dell’eolico e le altre sigle, invece, sono fortemente critiche. Al punto che Italia Nostra ha assegnato il Premio Zanotti Bianco 2011 all’archeologa romana Rita Paris e al direttore regionale del Molise, Gino Famiglietti, protagonisti della battaglia contro le pale eoliche.
Fonte: L'Unità 17 aprile 2012
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